Antichi metodi di riscaldamento

11.06.2014 17:23

Il riscaldamento consiste nel passaggio graduale dallo stato di staticità allo stato di allenamento, così da "risvegliare" il corpo e prepararlo all'attività fisica. I nostri antenati, privi di tecnologie e circondati da aria pulita, camminavano per km e km ogni giorno, rimanendo così perennemente, in un certo senso, in fase di "riscaldamento".  Negli ultimi secoli e soprattutto negli ultimi decenni, l'attività fisica si è trasformata da una naturale routinne ad un momento di svago.  Proprio per questo, sottoporsi ad un qualunque allenamento dopo esser stati seduti o fermi senza previo risveglio delle fasce muscolari, porta ad infortuni, mal di schiena, dolori articolari. Eseguire il riscaldamento vuol dire innalzare la temperatura dei muscoli di circa 1-2°C, aumentare l'apporto di ossigeno all'intero organismo, sciogliere le articolazioni "oliandole" col liquido sinoviale che si produce automaticamente col lento movimento, rendere più elastici i legamenti attraverso uno stretching non forzato.  Generalmente lo si effettua con esercizi come corsa, corda, step, cyclette, tapis roulant, e così via. Fondamentale è non esagerare con queste attività, ma aumentare gradualmente l'intensità o, se effettuate appunto come semplice warm-up prima di un'arte marziale (specie se tradizionale), limitarsi nell'esecuzione senza sudare troppo. Non è detto infatti che il sudore sia per forza sintomo di un buon riscaldamento.  Un buon riscaldamento è semplicemente quello che riscalda i muscoli, mobilita suavemente le articolazioni, allunga gradualmente i legamenti senza mai arrivare alla soglia del dolore, e senza utilizzare lo stretching di tipo balistico (ad esempio "lanciando" energicamente la gamba lateralmente più volte) bensì quello statico (da fermi, mantenendo ciascuna posizione per circa 20 secondi) o dinamico (attraverso movimenti oscillatori progressivi).

Nel JUNBI UNDO  del  TAIJUTSU  esiste il KEIKOMAE ZENSHIN  (稽古前全身):  massaggiare, picchiettare, frizionare, risvegliando i muscoli e i tessuti molli, così da aumentare la circolazione del sangue, agilitare i muscoli e i vasi sanguigni, regolare il sistema nervoso, attivare una maggiore circolazione del QI.  Da una posizione in piedi o da seduto, colpettare e frizionare tutto il corpo dalla testa ai piedi (mai il contrario).   Questo esercizio è sostanzialmente un'applicazione semplificata al riscaldamento presistemico, del concetto del TuiNa di veicolamento del Qi attraverso i muscoli e i tendini. Il metodo, inserito nel programma di allenamento delle scuole derivate dal Takamatsuden (M.Hatsumi, S.Tanemura, S.K.Hayes, ecc) si ritrova con nomi diversi in altre discipline tradizionali marziali, come nel Taekwondo, in diversi stili di QiGong, e deriva dal PaiSha *  (o PaiDa), una pratica cinese antica più di 1400 anni effettuata in origine con uno strumento fatto di sottile strisce di bambù,  anche inserita nello Shaolin come propedeutica alla Camicia di Ferro, e successivamente riadattata al solo uso delle mani, come avviene appunto nella prima fase di riscaldamento del Taijutsu tradizionale.