Io (non) sono con Charlie
Io sono e non sono con Charlie.
Questa prima precisazione è fondamentale. Affermare di "essere Charlie" (e non, al più, "con Charlie") è un male. Identificarsi a pieno con un simbolo o una ideologia porta inevitabilmente al fanatismo, che è la stessa origine delle violenze più grandi della storia. Può esser giusto sbandierare il proprio dissenso verso una qualsivoglia violenza, oppure difendere a spada tratta un Rubin Carter, o un bambino d'Africa, o una qualunque persona che non abbia mai fatto nulla per scatenare un'ingiustizia verso di lei.
Ma bisogna prendere la situazione di Charlie con realismo. Senza schierarsi ciecamente quanto superficialmente, né cadere nel fanatismo.
Io sono con Charlie, nel momento in cui diviene vittima di un attacco terroristico, perché uccidere in risposta ad un'offesa verbale o scritta, non ha senso e non è naturale.
Io non sono con Charlie (neanche con "gli altri", chiaro), nel momento in cui cerca d'esser primo nell'increscere verso qualunque tipo di pensiero o credo, passando dalla satira all'ingiuria, all'affronto aperto, all'offesa piuttosto che allo spunto di riflessione.
"Satira", suggerisce la lingua italiana, sta per "rappresentare con arguzia e amarezza passioni e pregiudizi, stoltezze e vizi degli uomini".
"Ingiuria" sta invece per "ogni fatto detto o scritto dolosamente a spregio altrui, ovvero diretto a menomare o togliere il buon nome".
Rappresentare padre, figlio e spirito santo cristiani che si inculano a vicenda.. boh, è banalmente offensivo. Non verso la religione, che di fatto sostanzialmente non esiste, non ha senso pensare che la religione "se la prenda", ma verso tutti quelli che hanno assunto dentro di loro, come modello di genitore, il dio in essa ideato (in questo caso dai cristiani). Cioè: far satira è difficile, ad ingiuriare son buoni tutti. Non sono cristiano né islamico, non mi toccano satire né ingiurie, in sé per sé, ma mi rendo conto che per alcune persone un dio rappresenta realmente una figura di riferimento, come un genitore. E' come stare in una stanza e gridare "tutte le vostre mamme sono delle gran puttane!": c'è chi pensa che sei solo un fesso, chi prova sgradevolezza, e il mafioso italiano che esce la pistola e ti uccide, e poi ti frega pure il portafoglio. Laici e buddisti sono quelli che generalmente se ne fregano, cristiani e musulmani sono quelli che se la prendono e magari ti danno un pugno in faccia (cit.), e gli estremisti (di QUALUNQUE religione o ideologia) sono quelli che ti sparano, anche come scusa per altri fini. Niente più, niente meno.
E' realismo.
(NB: com'è che generalmente non esistono satire nè ingiurie sul buddhismo?)