Evoluzione psicologica, ovvero sessuale
L'evoluzione psicologica è un processo che si spiega nell'arco di tutta la vita di un individuo, con oscillazioni massime durante il periodo adolescenziale o, banalmente, in corrispondenza di eventi forti e caratterizzanti che provochino un cambiamento improvviso nella routinne della persona. E' possibile calcolare l'andamento di fondo di tale evoluzione, a parer mio, in base ad alcuni parametri che riflettano la qualità della propria vita in relazione al resto della società umana, quali ad esempio:
- autocentramento ed indipendenza affettiva: gelosia eccessiva, ingenuità da innamoramenti immaturi, sintomatologia da "scimmietta ballerina", bisogno di dedizione unica ed assoluta da parte di altre persone, ma anche parallelamente l'estremo bisogno di un dio, surrogato di un genitore o di un partner, sono tutti indicatori di uno scarso livello di messa a fuoco sul proprio io e sulle proprie potenzialità. Quanta più compagnia ci si sa tenere da soli, tanto meno bisogno di partner e religioni si subisce da sè stessi. Non esiste, come del resto per qualunque altro parametro, un interruttore on/off riguardo questi elementi, ma un graduale ed oscillatorio andamento in positivo o in negativo che soffre degli eccessi e che non può che esser percepito e controllato solo dal singolo per sè stesso.
- successo nelle relazioni con l'altro sesso: l'essere umano, in quanto primate, è programmato come gli altri animali anche e soprattutto ad accoppiarsi e a portare avanti la specie, per tanto nelle condizioni in cui sia fisiologicamente pronto a questo, trova soddisfazione nel successo, e sbaraglio nel caso contrario, nei rapporti con l'altro sesso. Indipendentemente dalle sue inclinazioni culturali, sociali, pedagogiche, un uomo che ha successo con le donne (od il contrario), è un uomo (o una donna) più felice. L'assenza di sesso nella vita dell'individuo porta alla diffusa acidità comportamentale, fino ad arrivare a disturbi psicologici e psicosomatici di lieve o grave entità. Nel caso in cui sia impossibilitato fisicamente al sesso, l'essere umano ha comunque fortunatamente, a differenza degli altri animali, un cervello tale da coltivare scienza, arte, e l'amore universale, che ugualmente possono portare ad una vita felice. Ma di base, il sesso in una persona fisicamente pronta a farlo, è di fondamentale importanza. La sua mancanza in persone di venti, trent'anni, anche prestanti fisicamente, va spesso incontro a scusanti patetiche come "le donne sono tutti uguali, zoccole e sceme" o "gli uomini sono tutti uguali, arrapati e stupidi". A dirlo sono ragazzi o ragazze con scarso successo sessuale che, piuttosto di domandarsi dove hanno sbagliato e migliorare le proprie danze di corteggiamento, danno la colpa del loro insuccesso all'altro sesso.
- capacità di ascolto e di confronto: talvolta incontro nel mio cammino persone capaci di ascoltare e confrontarsi con serenità e divertimento, e sono di fatto le persone con cui è più rilassante parlare di un qualunque tema, dalla politica, alla musica, alle relazioni, alle passioni individuali. Altre volte s'incontrano invece i pessimi ascoltatori che a parer mio si dividono in due tipologie fondamentali: i prolissi e i prevenuti. Interrompere continuamente i periodi dell'altra persona, intervenire in discussioni altrui senza venir previamente interpellati, o ricorrere ad un'infantile e disfacente spocchia da marchese del grillo (quello del "perchè io so io, e voi non siete un cazzo"), o ancora rispondere con giudizi seri, gravi, o altezzosi, a battute da dialogo scenico di stampo umoristico, sono anch'essi indice di scarsissime capacità relazionali che rendono una persona sgradevole. Il saper ascoltare e il saper essere flessibili nel confronto, sono passi fondamentali nella propria evoluzione comportamentale. La spocchia al contrario è sintomo di un pessimismo sistematico e di un bisogno infantile di attenzioni, attraverso l'idea che si vuol trasmettere agli altri che le proprie posizioni 'alternative' ed il proprio disfattismo verso una qualunque idea altrui facciano molto 'figo'. Per quel che ho potuto notare, ciò rientra sistematicamente nella su citata acidità comportamentale, dovuta probabilmente alla mancanza di sesso, o ad una serie di devianze, o a personalità tendenti al borderline, o molto più semplicemente a insicurezze e paure generalizzate, spesso legate anche a radicati elementi di morale cattolica.
- il controllo sulla propria mente: il parametro più complesso e corposo di tutti è il controllo dei propri pensieri. Il suo raggiungimento corrisponde nelle filosofie orientali fondamentalmente allo stato di illuminazione, e vi sono pratiche che vanno dallo Yoga allo Zen nate proprio a questo scopo. Una persona che raggiunge lo stato di Fudoshin (cuore inamovibile), ha la piena consapevolezza di sè e del mondo che lo circonda, riesce a concettualizzare pacificamente la mutabilità e l'effimerezza della realtà, della natura, delle emozioni, prima tra tutte la sofferenza. Questo è il fondamento dell'insegnamento originale yogico e buddhista, ed è probabilmente il più alto livello a cui una persona possa tendere nella sua evoluzione psicologica e comportamentale. Se è impossibile permanere in questo stato mentale a patto che non si sia monaci eremiti, pur vero è che l'aspirare ad esso produce immediatamente un senso di benessere e migliora senza dubbio i rapporti con le altre persone.
Prima contestualizzazione necessaria è che, proprio in nome della caduca transitorietà delle emozioni, il cammino della mente umana verso livelli più alti di evoluzione ed equilibrio, non è esule da oscillazioni anche in negativo, ma in generale è fondamentale tendere verso un trend positivo, verificabile non nel momento presente, soggetto alle emozioni presenti, bensì nel pensiero di come sia cambiata nel tempo la qualità dei propri rapporti e del proprio autocentramento. Seconda contestualizzazione importante, è che si dovrebbe passare dall'alterigia all'alterezza, e riconoscere anche negli altri quale delle due è presente nel corso di un dialogo o di un confronto. Per fare qualche esempio, chi corteggia una donna o si eleva su un piedistallo tra conoscenti a tavola, non mostrando le proprie qualità bensì cercando di far sembrare inferiori quelle di altri possibili pretendenti o adulati, mostra alterigia. Chi deve sempre e puntualmente dimostrare che ne sa qualcosa in più su qualunque argomento, e banalizza quelli in cui non è preparato, mostra alterigia. Chi parla dell'età del personaggio presente nell'ode "A Luigia Pallavicini caduta da cavallo" come fosse un'informazione vitale senza la quale sei un ignavo, mostra alterigia. Chi corteggia una donna senza parlar d'altri all'infuori di lei e di sè stessi, e mette in campo le proprie danze con fierezza e sicurezza, mostra alterezza. L'alterigia e l'alterezza sono assai simili eppur si muovono su binari completamente opposti: la prima si nutre d'insicurezza e della paura nevrotica che i presenti possano pensar d'altri più sommamente che rispetto alla propra persona; l'alterezza è la "sicurezza nelle proprie potenzialità comunque vada", è lo specchio del livello di stima verso sè stessi e la persona a cui si mostrano le proprie qualità ed anche i propri difetti. Il parametro fondamentale per percepire quanto la propria vita ci dona e quanto potrebbe ancor più donarci, è quindi uno: la stima verso noi stessi, ovvero la felicità. Stimare se stessi è il primo passo per poter stimare gli altri, per poter aver successo con l'altro sesso, per poter godere dei momenti che si vivono. Siano questi lo star soli a consumare il proprio pasto, od il ballare con mille altri esseri umani in un unica sala, od il respirare assieme al resto della natura in una foresta.